L’Emilia-Romagna è tra le 10 regioni europee coinvolte nel progetto europeo INNOMOT volto a valorizzare l’innovazione nelle PMI, oltre alla tecnologia. Sono 6 le “buone pratiche” emiliano- romagnole, su 34 proposte complessive

Nuovi modelli di business, strategie di marketing innovative, innovazione sociale e nei servizi: per la maggior parte delle piccole e medie imprese (PMI) le innovazioni non tecnologiche costituiscono un potenziale fattore di successo. L’obiettivo del progetto europeo INNOMOT (Programma INTERREG IVC) è quello di valorizzarle: fino ad oggi le 10 regioni europee
coinvolte (Regione Svezia Occidentale, Regione Belgio Centrale, Regione di Lodz – Polonia, regione di Meath – Irlanda, Regione Varna – Bulgaria, Regione Navarra – Spagna, Regione Valencia Spagna, Regione Nord Pais de Calais – Francia, Regione Emilia-Romagna, Regione Danimarca Centrale) hanno individuato ben 34 buone pratiche, che vengono valutate da ERVET S.p.A., l’agenzia di sviluppo territoriale della Regione Emilia-Romagna che si occupa del rilevamento, selezione, scambio delle pratiche tra i partner.

Negli ultimi mesi ciascuna regione ha individuato nel proprio territorio buone pratiche di iniziative finalizzate alla promozione dell’innovazione non tecnologica nelle PMI. Le pratiche sono state raccolte attraverso un questionario, definito da ERVET e condiviso dai partner, e riguardano principalmente due tipologie: le politiche pubbliche finalizzate a facilitare all’innovazione da parte di piccole e piccolissime imprese e le esperienze concrete delle imprese, spesso derivanti dalla messa in atto delle politiche.

Le 6 buone pratiche emiliano-romagnole
Anche la Regione Emilia-Romagna ha dato il proprio contributo: qui le pratiche selezionate sono 6 e riguardano alcune politiche all’interno del Piano Regionale per le Attività Produttive e del programma operativo del FESR 2007-2012, oltre ad alcune pratiche portate avanti da centri di ricerca e servizio. In particolare si tratta delle politiche regionali relative a:
– sostegno a progetti e servizi di innovazione organizzativa, attraverso la messa a disposizione di competenze specialistiche per periodi limitati di tempo, pratica anche detta Temporary Manager;
– il fondo Venture Capital Ingenium II promosso dalla Regione Emilia-Romagna a sostegno delle imprese innovative nella fase di start-up o di espansione, attraverso l’acquisizione temporanea di azioni di minoranza.
Inoltre sono state segnalate alcune applicazioni concrete delle stesse politiche, come le esperienze segnalate da CNA innovazione che riguardano la sperimentazione del Temporary Manager nell’impresa Premio Srl, ed il caso della rete di imprese Alunetwork srl, che grazie all’attivazione di un contratto di rete tra PMI (Misura 2.1. Azione B del Programma Triennale per le Attività Produttive per la creazione, lo sviluppo e il rafforzamento di Reti d’Impresa), ha attivato la capacità produttiva necessaria a generare e soddisfare commesse importanti, al contempo mantenendo l’autonomia dei singoli aderenti al consorzio e caratteristiche di flessibilità della piccola impresa.

Figurano poi l’esperienza promossa da Aster con finanziamento regionale denominata Distretti 2, finalizzata a rafforzare la vocazione tecnologica dei distretti produttivi regionali, attraverso il sostegno dei centri che appartengono alla rete per l’alta tecnologia, e la pratica Impresa Etica promossa dal Centro per l’Innovazione della Camera di Commercio di Forlì-Cesena
(CISE). Quest’ultima consiste in un sistema di gestione della responsabilità sociale di impresa per le PMI, che prevede anche un etichetta/marchio distintivo per comunicare l’impegno al miglioramento continuo imprese nell’ambito della responsabilità sociale

34 idee a disposizione di 10 paesi europei
Le pratiche sono state raccolte da ERVET seguendo 4 macro-tematiche: nuovi modelli di business, strategie di marketing, innovazione sociale ed innovazione nei servizi.
Successivamente ERVET ha proceduto alla valutazione delle pratiche medesime, secondo criteri di merito condivisi con i partner, a cui sono stati attribuiti punteggi che hanno permesso di stilare una graduatoria delle esperienze. Lungi dall’avere intenti selettivi, la graduatoria ha una funzione di orientamento e indirizzo per gli stakeholder che, attraverso visite ed approfondimenti, ne studieranno l’effettiva applicabilità sul proprio territorio.

Oltre al potenziale fattore di successo dato dall’applicazione dell’innovazione non tecnologica nelle PMI, essa riesce a mettere in moto un meccanismo di partecipazione di numerosi attori del territorio, generando così nuovi circuiti di informazioni e scambio. Nei processi di stimolo all’innovazione vengono coinvolte, oltre alle amministrazioni regionali, i centri di ricerca e servizio per le imprese, le imprese stesse e le università così favorendo la generazione, circolazione e scambio di informazioni e conoscenze.