Il report – redatto da ERVET per conto dell’Assessorato regionale al Coordinamento Politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro – fornisce il quadro aggiornato dell’occupazione e disoccupazione e delle dinamiche degli ammortizzatori sociali in regione e a livello provinciale  La prima parte dell’analisi approfondisce i dati ISTAT, tratti dalla rilevazione campionaria sulle forze di lavoro, che rappresenta la principale fonte di informazione statistica sul mercato del lavoro italiano e regionale, con risultati comparabili a livello europeo. Le informazioni rilevate presso la popolazione residente  costituiscono la base sulla quale vengono derivate le stime ufficiali degli occupati e dei disoccupati, e consentono più in generale di caratterizzare l’intera popolazione sulla base del proprio stato, di attività o di inattività. Nei 2015 gli occupati sono complessivamente 1.918mila, 6,9mila in più rispetto al 2014 (+0,4%). Il tasso di occupazione in età 15-64 anni è al 66,7%, 0,4 punti percentuali in più, superato in ambito nazionale solo dal valore registrato in Trentino-Alto Adige. Il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età 20-64 anni – già al di sopra del target nazionale di Europa 2020 (fissato al 69%) – cresce di 0,5 punti percentuali, arrivando al 71,2%. Le persone alla ricerca di lavoro sono 160,9mila, 12,4mila in meno rispetto al 2014 (-7,2%). Il tasso di disoccupazione è sceso al 7,7%, meno 0,6 punti percentuali; la riduzione interessa più gli uomini (dal 7,3% del 2014 al 6,6% del 2015) che le donne (dal 9,5% del 2014 al 9,1% del 2015). Valori più positivi si riscontrano solo in Trentino-Alto Adige (5,3%) e in Veneto (7,1%).

Italia

La crescita occupazionale è tutta concentrata nell’Industria in senso stretto, con oltre 18mila occupati in più (+3,6%). Nelle Costruzioni continuano a diminuire i posti di lavoro (-12,3mila, -10,3%), mentre nelle Attività terziarie restano pressoché stabili e crescono leggermente in Agricoltura (+1.000, +1,5%). Tra le classi di età si osserva una dinamica particolarmente positiva tra i giovani under 25 anni: gli occupati crescono del 7,6% (+5,5mila unità) rispetto allo scorso anno e si riducono considerevolmente le persone in cerca di occupazione (-6mila unità, pari al -16,3%).

Dinamica tassi occupazione

Le dinamiche di genere evidenziano risultati concordi ma con intensità differenti tra i sessi. Rispetto al 2014 la crescita occupazionale è per la gran parte riconducibile alla componente femminile (+6mila occupate, pari a +0,7%), a fronte di una sostanziale stabilità di quella maschile (+0,5mila). Diversamente in termini di disoccupazione è la componente maschile a dare il contributo maggiore: -10,8% per i lavoratori (oltre 9mila in meno), -3,7% per le lavoratrici (oltre 3mila in meno). La crescita degli occupati regionali è sostenuta dall’aumento dell’occupazione delle persone con laurea e titolo post-laurea (+27mila, pari al 6,9% rispetto al 2014), più tra le donne (+17mila occupate, pari a +8,1% rispetto al 2014) che tra gli uomini (+10mila occupati, pari a +5,5%). I NEET (giovani non occupati, non in istruzione e formazione) – stimati nel 2015 in 160mila persone nella fascia di età 15-34 anni (pari al 19,3% della rispettiva popolazione) – risultano in calo sul 2014 in quasi tutte le fasce di età, con l’eccezione delle classi 15-17 anni e 29-34 anni, invertendo la dinamica di crescita esponenziale in atto dall’inizio della crisi economica (+79,0% dal 2008 nella fascia 15-34 anni). Il calo maggiore (-11,6%) si riscontra nella fascia 18-24 anni, che scende di poco al di sotto delle 56 mila unità. In termini percentuali sulla popolazione residente, la quota di NEET dell’Emilia Romagna  risulta essere al di sopra del livello del Nord Est.

Grafici Emilia-Romagna

La seconda parte del report è invece dedicata all’analisi dei dati INPS sugli ammortizzatori sociali e quelli della Regione Emilia Romagna sulle iscrizioni nelle liste di mobilità a seguito dei licenziamenti. Nel corso del 2015 le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS (52,2 milioni di ore autorizzate nel 2015, equivalenti a poco più di 29mila unità di lavoro), si riducono del 34,6% rispetto al 2014. La contrazione dipende principalmente dall’andamento dei trattamenti in deroga (-57,2%, pari a 18,5 milioni di ore in meno), in misura inferiore dalla CIGO (-21,6% e 2,5 milioni di ore in meno) e dalla CIGS (-18,4% e 6,6 milioni di ore in meno). Si riduce il numero di lavoratori licenziati e inseriti nelle liste di mobilità: si contano in tutto 6.600 nuove iscrizioni nelle liste di mobilità a seguito dei licenziamenti collettivi (L. 223/91). Si tratta del numero più ridotto di inserimenti dal 2009, con un decremento rispetto al 2014 del 59,4%. Il 65,2% dei nuovi inserimenti è rappresentato da lavoratori, per il restante 34,8% da lavoratrici.

 

Report Occupazione, disoccupazione e ammortizzatori sociali in Emilia-Romagna – Anno 2015 (marzo 2016)