Prosegue il successo dei buoni lavoro per retribuire le prestazioni di lavoro di tipo accessorio. A livello nazionale nel 2015bsono stati venduti oltre 115 milioni di voucher, di cui quasi 14,4 milioni in Emilia Romagna, che risulta essere la terza regione per numero maggiore di buoni venduti, dopo Lombardia e Veneto

Il report, curato dall’Osservatorio del mercato del lavoro dell’Emilia Romagna e da ERVET Spa, analizza i dati messi a disposizione dall’INPS per quanto riguarda le vendite di voucher ed i lavoratori che li hanno riscossi.

La crescita esponenziale del lavoro accessorio è iniziata a seguito dell’entrata in vigore della Legge 92/2012, che ha esteso di fatto l’utilizzo dei voucher a qualunque settore di attività. Dal 2008, anno in cui è stata introdotta la sperimentazione per la vendemmia, le vendite di voucher sono passate in Emilia Romagna da poco meno di 63mila ad oltre 14milioni del 2015, per un volume complessivo di 34,3milioni circa di voucher venduti nell’arco di 8 anni (2008-2015).

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Sebbene siano condivisi dai più i vantaggi di questa particolare prestazione lavorativa – in quanto contribuisce ad assicurare minime tutele previdenziali ed assicurative a chi svolge attività  accessorie, saltuarie ed occasionali, non riconducibili alle forme tipiche del contratto di lavoro – è altrettanto vero che sono emerse forme di abuso, elusione e irregolarità nell’uso dell’istituto, documentate  da più fonti, tra cui anche la “sommersione” di precedenti rapporti di lavoro regolari.

Le attività per le quali sono state maggiori le vendite di buoni lavoro nel 2015 sono quelle del commercio (17,4% dei voucher venduti), delle attività turistiche (15,6%) e dei servizi (12%). Le attività agricole, che hanno rappresentato il bacino principale di vendite fino al 2012, hanno assorbito l’8,2% dei voucher venduti nel 2015, in contrazione rispetto agli anni precedenti.

Nel corso dell’anno sono stati riscossi circa 11,7milioni di buoni lavoro da parte di quasi 162mila lavoratori. Ogni mese sono stati mediamente 36mila i lavoratori che in regione hanno riscosso almeno un voucher. Alla crescita del numero di lavoratori coinvolti negli anni è corrisposto un leggero incremento del numero medio di voucher riscossi dal singolo prestatore. Nel 2015 sono stati riscossi in media 73 buoni lavoro per lavoratore, rispetto ai 68 del 2014 ed ai 62 del 2013.

Poiché l’importo netto che il lavoratore riscuote per  ogni voucher è di 7,50 euro, si ricava che il compenso annuale medio ha superato di poco la soglia dei 500 euro per lavoratore nel 2014 e 2015, leggermente al di sopra dei valori medi nazionali che non hanno mai superato tale soglia.

Dal 2013, la maggioranza dei lavoratori coinvolti in prestazioni di lavoro accessorio sono donne. Nell’ultimo anno le lavoratrici sono state quasi 89mila, il 55% del totale. Quasi il 53% dei lavoratori che nel 2015 hanno svolto un’attività di lavoro accessorio ha un’età inferiore ai 35 anni. Il 12,2% dei lavoratori ha cittadinanza extracomunitaria, una quota decisamente più alta della media nazionale (8,6%), in costante crescita negli anni.

 

Per approfondire
Approfondimento sul lavoro accessorio in Emilia-Romagna nel 2015 (maggio 2016)