Il rapporto annuale 2016 sulle dinamiche del lavoro dipendente, parasubordinato e accessorio in Emilia Romagna elaborato da ERVET Spa in collaborazione con l’Assessorato regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro

– si propone di fornire una descrizione delle caratteristiche del mercato regionale e delle dinamiche che lo stanno attraversando, negli anni dal 2008 al 2015, attraverso i dati delle Comunicazioni Obbligatorie del Sistema Informativo sul Lavoro dell’Emilia Romagna (SILER) e quelli sui voucher forniti dall’Osservatorio statistico INSP sul lavoro accessorio.

L’ammontare complessivo dei nuovi contratti di lavoro avviati nel corso del 2015, considerando tutte le differenti tipologie, è risultato pari a 1.062.508 contratti, il 2,9% in più rispetto al 2014. Considerando che parallelamente le cessazioni sono state 1.021.830 (+0,6% rispetto al 2014), il saldo di posizioni lavorative (avviamenti meno cessazioni) ha superato le 40mila unità, in crescita di quasi 24mila posizioni di lavoro rispetto al 2014.

Il dato aggregato nasconde dinamiche e andamenti molto differenziati tra le varie tipologie contrattuali considerate.

Con il quarto trimestre 2015 si può considerare concluso il processo di recupero delle posizioni di lavoro dipendente perse in Emilia-Romagna nei recenti anni di crisi economica. Nel corso del 2015 i nuovi avviamenti di contratti di lavoro dipendente sono stati quasi 943 mila, il 6,4% in più rispetto al 2014. Il saldo di posizioni lavorative (avviamenti meno cessazioni) ha quasi superato le 62 mila posizioni, in crescita di oltre 45mila posizioni di lavoro rispetto allo scorso anno.

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rafforza l’incremento del numero di contratti di lavoro a tempo indeterminato e le trasformazioni di contratti a termine, per l’effetto congiunto della decontribuzione previdenziale introdotta con la Legge di stabilità 2015 per tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato attivati nel settore privato nel corso dell’anno e della nuova regolazione ‘a tutele crescenti’ per i nuovi contratti a tempo indeterminato attivati a partire dal 7 marzo 2015 (Dlgs 23/2015).

Con l’avvicinarsi della fine del periodo in cui i datori di lavoro potevano usufruire dell’esonero contributivo completo per i nuovi contratti a tempo indeterminato, gli ultimi mesi dell’anno hanno fatto segnare un vero e proprio boom di assunzioni a tempo indeterminato e trasformazioni di contratti a termine. Complessivamente nel 2015 gli avviamenti di nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato sono stati quasi 189mila, in crescita del 47,5% rispetto al 2014. Le trasformazioni di contratti di apprendistato e a tempo determinato in contratti di lavoro a tempo indeterminato sono state oltre 66,5mila, il 62,2% in più rispetto allo scorso anno. Tra queste ultime, le trasformazioni di contratti a tempo determinato rappresentano la quota preponderante (54.886), in crescita dell’83,2%. Considerando anche la minore crescita delle cessazioni (+6,2%), ne consegue chele posizioni di lavoro a tempo indeterminato (avviamenti + trasformazioni – cessazioni) create nel 2015 ammontano ad oltre 91mila unità, più che sestuplicate rispetto allo scorso anno (nel 2014 erano poco oltre 14mila).

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Dai dati dell’Osservatorio sul precariato dell’INPS risulta che sono stati oltre 124mila – tra nuove attivazioni e trasformazioni – i contratti a tempo indeterminato che hanno usufruito dell’esonero contributivo previsto dalla Legge di stabilità 2015, pari a quasi il 65% del totale di nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato stipulati da datori di lavoro privati.

Tra le nuove assunzioni resta preponderante la quota di contratti a tempo determinato (pari al 58,3% degli avviamenti di lavoro dipendente), anche se in calo rispetto agli anni scorsi (nel 2014 rappresentavano oltre il 64%). Gli avviamenti a tempo determinato (549.348) si sono infatti ridotti del 3,2% rispetto al 2014, in linea con la contrazione delle cessazioni. Il saldo finale di posizioni di lavoro a tempo determinato (avviamenti – trasformazioni – cessazioni), considerando il forte aumento delle trasformazioni verso i tempi indeterminati, è risultato negativo (-25.092), invertendo il segno rispetto al saldo rilevato nel 2014.

In netto calo gli avviamenti di apprendistato (31.415, -11,6%), quelli di lavoro parasubordinato (39.958, -32,5%) – su cui hanno pesato nella seconda parte dell’anno le modifiche introdotte dal Dlgs 81/2015, che ha sancito la sostanziale abolizione di tale tipologia contrattuale – e quelli di lavoro intermittente (45.458, -13,1%), in contrazione oramai dal terzo trimestre del 2012, per effetto della Legge 92/2012 che aveva limitato il campo di applicazione per questa tipologia di contratti.

Nel 2015 è proseguito il boom del lavoro accessorio, con 14,3milioni di voucher venduti a livello regionale (+63,1% rispetto al 2014), che è risultata la terza regione per numero di voucher venduti, dopo Lombardia e Veneto.

Le dinamiche del lavoro dipendente, parasubordinato e accessorio in Emilia Romagna – Anno 2015 (maggio 2016)