Le aziende emiliano romagnole ospitate da Bologna città Metropolitana e Ervet presentano la loro predisposizione all’economia circolare

Si è tenuto a Bologna il 29 e 30 novembre il terzo incontro tra partner del progetto CESME, ospitati da Bologna Città Metropolitana ed ERVET. Hanno preso parte all’incontro 24 partner provenienti da sei paesi (Danimarca, Galles, Finlandia, Bulgaria, Grecia e Italia), compresi gli organizzatori dell’evento.

L’economia circolare è un tema molto importante per la Regione Emilia-Romagna e l’attenzione che pongono le istituzioni regionali sul tema ne dimostra l’assoluta rilevanza anche a livello politico . L’Emilia Romagna è infatti la prima e, ad oggi, l’unica regione italiana ad aver approvato una legge regionale sull’economia circolare (legge n.16 di ottobre 2015)”.

Martedì 29 novembre tre aziende regionali hanno presentato le loro buone pratiche circolari:

  1. ILIP srl, appartenente al gruppo ILPA, ha presentato il suo packaging per alimenti in 100% PET riciclato (r-PET) creato dal riciclo del PET post-consumo;
  2. Last Minute Market ha presentato i progetti finalizzati al recupero dei prodotti invenduti (alimentari ma anche farmaceutici) a favore delle organizzazioni no-profit e con l’obiettivo “zero rifiuti”;
  3. Hydro Italia ha presentato il progetto “Pyrochar”, un sistema per il trattamento ed il recupero dei fanghi di depurazione in grado di convertire i fanghi in biochar.

Nel pomeriggio, altre due aziende del territorio hanno mostrato ai partner le loro buone pratiche circolari durante due visite sul campo:

  1. HERAmbiente ha portato i partner a visitare il proprio impianto di selezione e recupero rifiuti caratterizzato dall’innovativo sistema di selezione ottica;
  2. Granarolo ha presentato la propria buona pratica di recupero delle acque reflue come strategia di risparmio idrico e ha portato i partner in visita all’impianto di imbottigliamento del latte e al reparo paste filate.

Nella mattinata del 30 novembre, inoltre, un’altra azienda del territorio emiliano romagnolo ha presentato la propria buona pratica circolare nell’introduzione al primo workshop tematico della giornata, “barriere alla collaborazione intersettoriale”:

  1. COEM, appartenente al distretto ceramico regionale, ha portato la propria esperienza sul tema della collaborazione intersettoriale ed ha dimostrato la propria attenzione al tema dell’economia circolare; in particolare, COEM produce una linea di gres porcellanato che si origina da un impasto misto di materie prime e materiali di recupero (vetro) che porta ad un risparmio di costi, di utilizzo della materia prima e ad una riduzione nelle emissioni di CO2.

Non solo aziende ma anche le istituzioni hanno evidenziato il loro impegno nei confronti dell’economia circolare durante i due giorni di meeting. Come introduzione al secondo workshop del 30 novembre le Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna, rappresentate da Silvano Bertini, hanno presentato la strategia politica S3 (Smart Specialization Strategy) come esempio di “soluzione al superamento delle barriere”, mentre Banca Etica ha introdotto l’ultimo workshop, “come vedono gli investitori la circular economy?”, portando il punto di vista di un istituto finanziario.

Alcuni membri del Gruppo Locale di Supporto istituito in regione dai partner italiani (ERVET e Bologna Città Metropolitana) hanno partecipato alla mattinata di workshop del 30 novembre e, assieme ai partner di progetto, hanno discusso i tre temi presentati dai tre workshop divisi in due gruppi: uno rappresentante le aziende e uno le istituzioni.

A livello produttivo possiamo dire che le aziende stanno sviluppando soluzioni circolari laddove sono presenti degli incentivi a farlo. Tuttavia, gli stessi auto-incentivi vengono ostacolati da vari tipi di inerzie che possono presentarsi sotto diverse forme: siano esse regole, barriere di mercato o limiti tecnologici.

Per quanto riguarda il caso dell’Emilia Romagna, la regione dimostra di essere già piuttosto attiva nel campo dell’economia circolare, le aziende hanno presentato buone pratiche già esistenti e le istituzioni hanno sottolineato il loro supporto e il loro impegno. Nonostante ci sia ancora molto da fare, soprattutto da un punto di vista di aiuti finanziari e politici/legislativi, lo scambio di buone pratiche rimane essenziale al fine di rendere la transizione verso un’economa circolare realmente possibile.